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Ritorno al passato: analogico!

  • Giacoma Chiella
  • 21 feb 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

Sapore di antico:per raccontare il movimento di ritorno ai supporti analogici. Un dibattito, quello dello scontro da digitale e analogico, che da anni sta continuando a imperversare nel mondo della narrativa tra sostenitori della “portabilità” e chi ancora non riesce proprio a rinunciare al “profumo della carta” e che ora sta prendendo piede anche su altri campi d’espressione artistica.

Questo ritorno di fiamma non è soltanto legato ai nostalgici della fotografia di un tempo, ma è anche legato alla voglia di tornare a gestire tutto il processo fotografico. Inoltre, fotografando con la pellicola, il tutto (intendo il fare fotografia)diventa più rilassate, anche giocoso, e si passa molto più tempo a comporre la scena e a pensare, avendo a disposizione un numero limitato di scatti.

Il fatto stesso di non essere in grado di sapere se la fotografia che si voleva ottenere è stata realmente catturata è terrificante. Ma questo è ciò che accade con la fotografia analogica, quindi bisogna fidarsi ed attendere che la chimica faccia il suo lavoro. Dopo aver scattato un paio di rullini, questa paura lentamente svanirà. Basta cercare di essere disciplinati ed evitare di scattare le cose due o tre volte – come si fa con il digitale. Quando si va in cerca di una macchina fotografica a pellicola, cercate di comprarne una che sia la più meccanica possibile. Il motivo principale è che, eliminando del tutto l’elettronica, sarete costretti a mettere a fuoco manualmente le scene che volete scattare. E questo vi permetterà di diventare un fotografo estremamente agile. La messa a fuoco manuale era comune al tempo dell’analogico, al contrario di oggi, dove ci affidiamo all'elettronica per la messa a fuoco. Tra i fotografi nativi digitali sono pochissimi quelli in grado di poter stimare con precisione le distanze!

Una cosa da tenere a mente è che una volta caricato un rotolo di pellicola, non sarà possibile cambiare il suo ISO. I valori ISO descrivono la sensibilità della pellicola alla luce.

Uno dei maggiori vantaggi di imparare a lavorare con le pellicole è che questa avrà un impatto estremamente positivo sulla fotografia digitale. Dovendosi limitare a 12,24 o 36 scatti prima di caricare un nuovo rotolo di pellicola, si diventa più consapevoli di quando premere il pulsante di scatto. Ne deriva che ogni qual volta inquadreremo una scena, penseremo molto di più prima di premere il pulsante di scatto, aumentando la qualità del lavoro finale.

Purtroppo l’avvento del digitale ha “rovinato” l’approccio ragionato alla fotografia, facendo prevalere le raffiche di scatti.

 
 
 

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