top of page
Cerca

Donne da non dimenticare.

  • Giacoma Chiella
  • 20 nov 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

La storia della fotografia si intreccia con quella delle donne fin dalla sua nascita, nel 1839. A differenza della pittura o della scultura, che richiedevano studi e abilità, la fotografia è stata da subito molto più accessibile e molte poterono imparare a usarla da autodidatte.

Julia Margaret Cameron (1815-1879), fu la prima artista a dedicarsi a quella che oggi si può avvicinare alla cosiddetta staged photography. Metteva in posa i suoi soggetti in una scena costruita come in uno spettacolo teatrale dove tutto era artificiale e il realismo spariva quasi del tutto. Cameron aveva costruito il suo studio in un ex pollaio e la camera oscura in una cantina dove veniva conservato il carbone.

I primi manuali di storia della fotografia sono stati scritti da due donne a cavallo tra le due guerre. Uno, A hundred years of photography: 1839-1939, lo ha firmato la tedesca Lucia Schultz; l’altro, La photographie en France au dix-neuvieme siècle, la francese Gisèle Freund. Molte delle fotografe hanno sperimentato sia nella tecnica sia nello stile, a volte anticipando il lavoro dei colleghi uomini. Ma spesso questo merito non gli è stato riconosciuto né economicamente né professionalmente. A volte è stato persino attribuito alla persona o al compagno con cui lavoravano, come nel caso Lucia Schultz, moglie del fotografo e pittore ungherese László Moholy-Nagy, o di Gerda Taro, che oltre a essere la compagna di Robert Capa, è stata la prima fotoreporter uccisa sul fronte, durante la guerra civile spagnola, nel 1937 .

Sarah Moon dice: per molte donne la fotografia non era una necessità, non era il mezzo con cui potevano guadagnarsi da vivere. Era semplicemente un desiderio molto forte.

Si parla sempre di grandi uomini artisti ma non dimentichiamo che molte donne meritano di non essere dimenticate.

Lucia Schultz
Gerda Taro

 
 
 

Comments


bottom of page