Sui passi di San Felice
- Giacoma Chiella
- 20 set 2017
- Tempo di lettura: 2 min

Anche quest'anno si è concluso il pellegrinaggio a cavallo in onore a San Felice. Un percorso che inizia con vista mare fino ad arrivare al paese natio del Santo nell'entroterra siciliano.
Ma prima di parlare del pellegrinaggio scopriamo chi era San Felice.
Giacomo Amoroso nacque a Nicosia il 5 novembre 1715 da una famiglia economicamente povera, ma ricca di timor di Dio. Il padre Filippo Amoroso faceva il ciabattino e la madre Carmela Pirro badava alla numerosa famiglia. Giacomo presto imparò il mestiere e così il padre lo affidò alla più rinomata calzoleria della città.
Giovanissimo entrò nella congregazione dei "Cappuccinelli" presso il convento dei frati cappuccini di Nicosia e quando ebbe compiuto i diciotto anni, nel 1733, chiese di essere accolto nell'Ordine come fratello laico. Il Provinciale, però, a causa delle condizioni economiche precarie della sua famiglia, alla quale era fondamentale il suo contributo, ne respinse la richiesta.
Dieci anni dopo, nel 1743, quando i suoi genitori erano oramai morti, venne ammesso al noviziato nel convento di Mistretta con il nome di fra’ Felice, come il primo santo dell’Ordine dei Cappuccini, fra’ Felice da Cantalice, modello di semplicità e di letizia francescana per tutti i fratelli laici. Alla fine dell’anno di noviziato, fatta la professione, fu destinato al convento del suo paese di origine, Nicosia, dove rimase per 43 anni, fino alla morte.
In convento esercitò vari incarichi: portinaio, ortolano, calzolaio, infermiere, questuante. Si definiva «u sciccareddu», l'asinello, che tornava in convento, come i carrettieri, carico dei frutti della questua.
Aveva una particolare predilezione per i bambini ai quali dava una noce, tre nocciole, cinque fave, dieci ceci, per istruirli sul Dio Uno in Tre Persone, sulle cinque piaghe di Gesù Crocifisso e sui dieci comandamenti.
Se per strada incontrava poveri con carichi di legna o di altre cose particolarmente pesanti dava loro volentieri una mano. Serviva gli ammalati, ogni domenica faceva visita ai carcerati e cercava sempre di fare qualcosa per i più bisognosi. Il suo guardiano, che era anche suo padre spirituale, lo trattava spesse volte con durezza umiliandolo con nomignoli quali «fra' Scuntentu», poltrone, ipocrita, gabbatore della gente, santo della Mecca e fra’ Felice rispondeva sempre dicendo «sia per l'amor di Dio».
Spesso per le preghiere di fra’ Felice avvenivano grazie ed eventi miracolosi che non facevano altro che accrescere la sua fama di santità.
Verso la fine del mese di maggio del 1787 mentre era nel suo orto si accasciò senza più forze. Dopo alcuni giorni passati raccomandandosi a «mani ‘nchiuvati», ossia a san Francesco, e alla Madonna, chiese al superiore l'obbedienza di morire. Morì il 31 maggio del 1787.
Fu dichiarato Beato da papa Leone XIII il 12 febbraio 1888. Papa Benedetto XVI, nella sua prima cerimonia di canonizzazione, lo ha proclamato santo il 23 ottobre 2005 in piazza San Pietro. (notizie prese dal web)
13 Cavalieri carichi di fede e devozione si mettono in cammino partendo da Tusa , attraversando diversi comuni tra i quali Mistretta , fino a raggiungere il convento e la Chiesa di S. Maria degli Angeli a Nicosia. Un tutt'uno tra cuore , natura e cavallo dove il nostro essere interiore si rigenera.
Giunto al 10° anno il pellegrinaggio a cavallo rimane un esperienza unica per tutti coloro che ne fanno parte.

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